L’ansia da prestazione: che cos’è e da cosa dipende
Obiettivo
L’articolo illustra la relazione che vi è tra i livelli d’ansia durante la competizione sportiva e la prestazione, specificando i fattori che possono influenzarla |
Nella’articolo precedente avevamo visto come l’ansia, avendo delle basi neurofisiologiche, può essere osservata attraverso il corpo. Avevamo descritto quali possono essere i segnali di attivazione da rilevare nei calciatori per capire il loro livello di ansia durante la partita. Comprendere il grado di attivazione durante una competizione è importante poiché esso influenza l’esito della prestazione.
Che relazione hanno l’ansia e la prestazione?
Come detto precedentemente, l’ansia è un meccanismo che ci permette di affrontare le situazioni, quindi non è da considerare negativamente. Tuttavia se l’ansia è troppo bassa o troppo elevata, la prestazione non potrà essere ottimale. In letteratura Yerkes e Dodson (1908) hanno ben descritto questo tipo di relazione attraverso il grafico seguente:
Dal grafico si può osservare che la prestazione è inficiata sia se i livelli d’ansia sono troppo bassi sia se sono troppo alti.
Facciamo un esempio:
- immaginate che la vostra squadra debba giocare con una squadra considerata “meno forte”. E’ possibile che i giocatori, considerando la partita “facile”, non siano particolarmente attivati. I bassi livelli di attivazione potrebbero portare quindi a meno concentrazione, ad una minor velocità nel prendere decisioni e a meno reattività, con il risultato di una bassa performance ed un maggior numero di errori.
- Viceversa, se la vostra squadra dovesse giocare contro una squadra considerata “più forte” oppure dovesse giocare una partita decisiva, è possibile che i livelli di attivazione dei giocatori siano molto alti, a tal punto che, se superano una certa soglia, possono portare ad un eccessivo “nervosismo” che influenzerà negativamente la performance. Potremmo quindi osservare scarsa reattività, eccessiva impulsività nell’agire ed una tattica di gioco apparentemente mancante.
Solo un buon bilanciamento dei livelli d’ansia porta quindi ad una performance ottimale.
Da cosa dipendono i livelli d’ansia durante la prestazione?
Quando parliamo di ansia da prestazione comunemente ci riferiamo ad un’attivazione eccessiva in risposta ad una competizione. Essa sembra essere influenzata da vari fattori. Uno di essi è la tendenza a percepire le situazioni competitive minaccianti e a temerle. Questa tendenza dipende da caratteristiche legate al proprio temperamento e alla propria personalità. Quando essa è presente aumenta la probabilità per l’atleta di vivere la competizione con elevati livelli di ansia, con ripercussioni sia a livello cognitivo, che emotivo. A livello cognitivo predomineranno aspettative negative e preoccupazioni riguardanti la situazione, se stessi e le conseguenze delle proprie azioni (es., “la partita andrà male”, “faremo una figuraccia”, “non mi faranno giocare”), mentre a livello emotivo si riscontrerà un’intensa attivazione fisiologica osservabile a livello corporeo.
Possiamo quindi dire che l’ansia da prestazione dipende sia da predisposizioni biologiche che da fattori psicologici legati alle modalità di pensiero, d’interpretazione e di percezione delle situazioni stesse.
Nel prossimo articolo inizieremo ad approfondire come le modalità di pensiero influenzano sia lo stato emotivo che la prestazione.