Le chiavi di una conduzione efficace
Siamo veramente efficaci con i nostri giocatori? Quanto siamo incisivi nella loro crescita calcistica? Scopriamo insieme le chiavi per una conduzione efficace nella rubrica di Psicologia tenuta dalla Dott.ssa Daniela Oriandi |
Siamo utili ai nostri giocatori?
Siamo veramente efficaci con loro? Quanto siamo incisivi nella loro crescita calcistica? Ma, soprattutto, in che direzione lo siamo? Li aiutiamo a trovare soluzioni o creiamo loro problemi? Trasformiamo bambini spensierati in ragazzi appassionati, o per loro il calcio diventa dovere? Insegniamo loro a gestire l’ansia o gliela creiamo? Li sproniamo a lottare e ad aver un atteggiamento vincente o alimentiamo la ricerca di alibi e li demotiviamo?
Il mio obiettivo
Attraverso la mia esperienza maturata sia come atleta di nuoto e pallanuoto, che come psicoterapeuta e psicologa dello sport, vorrei fornire spunti di riflessione, strategie e tecniche per riuscire nel difficile ruolo di allenatore. Come? Ogni 15 giorni ci ritroveremo ed affronteremo un concetto chiave per risultare veramente efficaci nel momento in cui andiamo a rapportarci con i nostri giocatori e a proporre loro esercitazioni e giochi. Affronteremo una macroarea per volta e la andremo a sviscerare settimana dopo settimana.
Il vostro compito?
Leggere, riflettere, comprendere, rendervi consapevoli del vostro modo di funzionare e… mettere in pratica! Mi piacerebbe che nei giorni a seguire l’uscita dell’articolo prestaste attenzione allo specifico contenuto affrontato con l’obiettivo di modificare, dove necessario, abitudini non funzionali e consolidare modalità più utili ed efficaci.
Il cambiamento parte dalla presa di consapevolezza, passa per la motivazione al cambiamento, fino al cambiamento vero e proprio. È un processo, più o meno lento e graduale che richiede impegno e determinazione per non ricadere in vecchi (e talvolta comodi) schemi. Proprio per questo diventa importante prendersi una quindicina di giorni per lavorare su ogni singolo aspetto che apparentemente può sembrare poco significativo, ma che, sommato a tutto il resto, si trasforma in efficacia. Senza fretta, senza “tutto e subito”, con lo stesso atteggiamento che vorremmo vedere nei nostri ragazzi quando scendono in campo. Già, perché, in fondo, non è quello che predichiamo? Pazienza, impegno, determinazione, voglia di imparare, grinta, ecc.
Apprendimento, cambiamento ed empatia
A questo punto è necessario introdurre un primo concetto chiave fondamentale in ogni tipo di relazione: il concetto di empatia. L’empatia è la capacità di mettersi nei panni dell’Altro cercando di capire come possa sentirsi e cosa possa provare. Un atteggiamento empatico è necessario quando entro in relazione con i miei ragazzi se voglio favorire il processo di apprendimento. “Come può sentirsi il mio calciatore se gli dico così? Cosa può provare il mio calciatore se scelgo di fare colà? Come mi sentirei se mi trattassero così? Cosa proverei se mi dicessero…”.
Spesso basta rispondere con massima sincerità a queste semplici domande per trovare il modo più adeguato per muovere una critica, sottolineare un errore, fare una scelta, comportarsi, ecc.
Si tratta di immedesimarsi in loro e immaginare come ci sentiremmo al loro posto se qualcuno ci trattasse in quel modo. Facile? Tutt’altro! Goleman, a tal proposito, parla di intelligenza emotiva proprio come abilità sociale che ci permette di metterci efficacemente in relazione con l’altro. E, in un contesto come quello sportivo, risulta fondamentale.
Cominciate quindi a chiedervi quanto empatici siete, ma soprattutto cominciate a vestire i panni dei vostri giocatori perché cominceremo presto a giocare sul serio!
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