Cosa fare se lo prendono in giro
Obiettivo
Insegnare ai giovani calciatori a gestire situazioni di gruppo avverse |
Capita spesso che i bambini, durante gli allenamenti o le partite, tendano ad offendersi tra di loro, usando delle terminologie come “sei una schiappa”, “sei una pippa”, “sei scarso”, “sei un nano”, “sei ciccione”, “sei dormi dormi” e così via.
Come emerge da un’indagine da me compiuta, ampiamente descritta sul mio libro (Crescere e divertirsi con lo sport, 2010), ad offendere gli altri non sono i bambini più talentuosi. Molto spesso a prendere in giro i compagni sono quei bambini che fondamentalmente non sono soddisfatti di se stessi.
Nello svalorizzare gli altri, si attua il tentativo di mostrare a se stessi di essere forti, soprattutto nel vivere le circostanze che inconsciamente attivano dei dubbi rispetto alle proprie qualità. Quindi prendendo in giro gli altri si camuffa il timore di essere al di sotto delle proprie aspettative, svilendo coloro con cui ci si confronta invece di svilire il proprio stato d'animo. E quando si svalutano i più deboli, si agisce così per illudersi di essere superiori a coloro su cui in realtà non si fa altro che rispecchiare i propri limiti.
Vale la pena, quindi, far notare ai piccoli atleti, se si lamentano di essere offesi da altri bambini, che a un insulto bisogna reagire con una sana aggressività, difendendo in questo modo la propria persona. Cosa si intende per sana aggressività? Far notare all’altro bambino una sua debolezza, per esempio, ma non per svalorizzare a sua volta, ma semplicemente per fargli comprendere che ognuno di noi ha delle qualità e dei limiti. I nostri figli è bene che sappiano come un’eccessiva reazione ad un offesa, come picchiare, fare dispetti, non stimola altro che un accanimento ulteriore.
Dott.ssa Isabella Gasperini