Lo smarcamento "altruista"
“Questo per me è il calcio del futuro: smarcarsi non in funzione di chi ha il pallone ma in funzione di chi lo riceve." M. Bielsa
Può un giocatore essere determinante in un’azione senza toccare palla? ll calcio è notoriamente un gioco di squadra e situazionale, in cui l’evento del gol è solo la punta dell’iceberg di un’insieme di comportamenti, movimenti, giocate di compagni in contrapposizione agli avversari che fanno sì che quel determinato evento possa accadere. Ogni allenatore dovrebbe allenare i giocatori alla "responsabilità individuale", intesa come consapevolezza del fatto che ogni scelta e ogni movimento ha degli effetti sul gioco, sposta degli equilibri, innesca delle dinamiche a favore e a sfavore della propria squadra. E questo accade anche senza palla.
È proprio su questo presupposto che Riccardo Leardi ha costruito il concetto di "smarcamento altruista". Un giocatore infatti può essere considerato altruista non solo quando, davanti alla porta, passa il pallone al compagno per fare gol, ma anche (e soprattutto quando) è senza palla. Può smarcarsi per far sì che il compagno possa ricevere, oppure liberare una traiettoria, oppure liberare uno spazio. Nel concetto di "smarcamento altruista" ci sono sfumature diverse che parlando di collaborazione fra giocatori e che restituiscono la complessità di questo sport.
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