Infortuni Muscolari strutturali
In questo breve articolo verranno discussi gli infortuni che colpiscono il tessuto muscolare ledendone l'integrità strutturale |
Premessa: col termine infortunio si fa riferimento ad un evento che non consente all'atleta di prendere pienamente parte all'attività sportiva. In questo breve articolo verranno discussi gli infortuni che colpiscono il tessuto muscolare ledendone l'integrità strutturale.
Gli infortuni muscolari sono eventi molto frequenti nel mondo del calcio e dello sport in generale. Si stima che essi rappresentino circa il 35% di tutti gli infortuni legati alla pratica del calcio.
Sono frequentemente interessati i muscoli biarticolari o dalla struttura complessa, ossia la muscolatura anteriore e posteriore della coscia, i muscoli che vanno ad inserirsi presso l'inguine e la muscolatura del polpaccio.
Negli ultimi anni, ha preso piede una classificazione di questi infortuni che prevede una distinzione fra infortuni funzionali, di entità modesta e che non vede alcuna interruzione delle fibre, ed infortuni strutturali, in cui invece le fibre vengono direttamente danneggiate. Grossolanamente, si può affermare che le cosiddette "contratture" e gli affaticamenti possono venire definiti infortuni funzionali, mentre strappi e stiramenti sono infortuni strutturali.
Sintomatologia
Gli infortuni strutturali sono in genere eventi acuti, in cui il giocatore percepisce una forte sensazione di dolore puntorio o un bruciore laddove le fibre hanno patito un insulto. Tendenzialmente, il dolore
impedisce al giocatore di proseguire la partita o l'allenamento e, in certi casi, il momento in cui si verifica la lesione coincide con una caduta (https://www.youtube.com/watch?v=Gny3eMjRZVQ; ). Talvolta, il giocatore può addirittura riferire di aver quasi udito uno schiocco nel momento in cui è emerso il dolore.
Nei giorni seguenti al trauma, sono osservabili gonfiore e, nei casi più severi, ematoma a valle della zona lesa. Il giocatore molto probabilmente lamenterà un dolore ben localizzato in una zona piuttosto circoscritta presso il ventre muscolare o la giunzione miotendinea. Chiaramente, gli risulterà impossibile allenarsi senza dolore.
La durata del processo di guarigione dipende dall'entità del danno tessutale, oltre che dall'assistenza che si fornisce all'atleta nelle prime ore, e si svolge su tre fasi principali:
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Fase di distruzione: inizia nel momento stesso in cui si verifica la lesione. Le fibre muscolari danneggiate si rompono e inizia il processo di necrosi. Vengono danneggiati anche i vasi sanguigni propri del tessuto muscolare, e di conseguenza si verifica una perdita di sangue. L'ematoma che viene così a formarsi contiene tutti gli elementi cellulari propri di una reazione infiammatoria.
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Fase di riparazione: le fibre vengono riparate (e non rigenerate) e si forma una cicatrice di tessuto connettivo. Vengono anche creati dei nuovi capillari per l'irrorazione della cicatrice stessa.
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Fase di rimodellamento: le miofibre completano il loro processo di riparazione e la cicatrice si organizza per poter tollerare il carico a cui viene sottoposta. Questa fase è caratterizzata dal recupero della funzione del muscolo.
L'immagine rappresenta in maniera schematica le fasi della guarigione di un infortunio strutturale, dalla fase di distruzione (figura 1) a fine processo (sesta figura). I numeri indicano i giorni trascorsi dalla lesione.
Cosa fare sul campo?
Nel caso tale infortunio si verifichi, è bene intervenire subito applicando del ghiaccio sulla parte dolente e, se possibile, tentando di comprimere il distretto interessato. L'atleta va poi rimosso dal campo. E' bene rifarsi all'acronimo R.I.C.E.R. per la gestione dell'atleta infortunato nei primi giorni. Gli va infatti consigliato di riposarsi (Rest), di applicare ghiaccio sulla zona in cui sente dolore (Ice), di comprimere la medesima zona (Compression), di mantenere l'arto elevato quando possibile (Elevation) e di rivolgersi quanto prima ad un professionista di fiducia, sia esso un medico o un fisioterapista (Referral) affinché l'infortunio venga valutato accuratamente.
Altro acronimo da tenere a mente è H.A.R.M., che invece indica ciò che è controindicato nelle ore e nei giorni subito successivi ad una lesione conclamata o sospetta. E' preferibile non scaldare il distretto colpito (Heat), non consumare alcolici (Alcohol), non fare sforzi (Running) e non sottoporsi a massaggi (Massage). Tutte e quattro le azioni sopra indicate hanno effetto vasodilatatorio e possono aumentare il versamento ematico, andando a peggiorare la situazione.
Come viene trattato l'infortunio?
Dopo una prima fase di protezione della sede di lesione e di controllo della sintomatologia dolorosa, il fisioterapista agisce in maniera sia diretta (trattamento manuale), sia indiretta (esercizio terapeutico) per permettere al tessuto di guarire nelle condizioni ideali e in maniera ottimale.
Si ricorre in linea generale ad un programma che includa tutti e tre i tipi di contrazione (isometrica, concentrica ed eccentrica), dello stretching specifico e controllato per il muscolo interessato, degli esercizi di rinforzo e, in fasi più avanzate, ad un programma di corsa e di attività sport-specifiche.
Il trattamento è sempre mirato alla resa della piena funzione del muscolo colpito, dell'adeguata organizzazione del tessuto cicatriziale e della prevenzione di recidive.
Può essere impiegata la terapia strumentale per favorire il processo di riparazione. Negli ultimi anni si è diffusa la Tecar-terapia, la cui azione pare vada a favorire la formazione di capillari presso la cicatrice, il drenaggio ed il riequilibrio metabolico della zona lesa.
Farmaci
Non ci sono indicazioni univoche circa l'utilizzo di farmaci per il trattamento degli infortuni muscolari. Pare che i loro effetti benefici siano minimi e che la loro capacità di mascherare il dolore vada a peggiorare la situazione o predisponga a recidive.
Va sottolineato che qualsiasi tipo di farmaco dovrebbe essere assunto dietro consiglio o prescrizione medica. Teoricamente un fisioterapista non dovrebbe somministrare farmaci.
Tempi di guarigione
E' importante sottolineare come i tempi di guarigione qui elencati siano indicativi e non vincolanti. Ogni lesione muscolare, pur riparandosi secondo un processo piuttosto lineare, necessiterà quindi di un suo peculiare periodo di guarigione.
Chiaramente, una lesione in cui poche fibre sono interessate impiegherà meno tempo di una lesione molto estesa per guarire.
Va inoltre ricordato come gli studi sul trattamento delle lesioni muscolari e sulla loro prognosi sono per lo più svolti su atleti d'élite e che i tempi su un atleta dilettante o semiprofessionista saranno necessariamente diversi.
Per un infortunio minore, definito come una lesione di massimo 5 mm di estensione trasversale, si parla di un periodo di riabilitazione di circa 20 giorni.
Per un infortunio più grave il tempo fuori dal campo si prolunga notevolmente, raggiungendo anche le 6 settimane.
Indipendentemente dalla gravità dell'infortunio, è saggio non forzare i tempi di recupero e cercare di progredire in maniera controllata al reinserimento del giocatore in allenamento e, in un secondo tempo, in partita.
Pare ragionevole concedere al giocatore rientrante almeno una settimana di allenamenti prima di convocarlo per una partita.
Nell'immagine è rappresentato l'aspetto di uno stiramento muscolare. Si può apprezzare l'interruzione di alcune fibre nei pressi della giunzione miotendinea.