La conoscenza del giocatore come presupposto necessario per una collaborazione costruttiva sul campo
Obiettivo
Comunicare e ascoltare ogni giocatore facilita la costruzione di un rapporto di rispetto e cooperazione tra allenatore e atleta, indispensabile in ogni sport |
A inizio stagione è importante che l’allenatore programmi uno specifico momento di comunicazione e ascolto con ciascun giocatore della rosa per conoscerne i tratti essenziali e i suoi punti di vista rispetto alla pratica sportivo-agonistica. Ciò facilita la costruzione di un rapporto di rispetto e cooperazione tra allenatore e atleta, fattori indispensabili questi in ogni disciplina sportiva.
A settembre ricomincia ex-novo l’avventura sportiva per i giocatori di qualsiasi classe d’età e categoria, così come per gli istruttori, gli allenatori, i preparatori. Ogni inizio di stagione sportiva porta con sé una ventata di nuovo entusiasmo, speranze, ambizioni e novità. Novità in tutti i sensi: le rose di ogni squadra si rimodulano in base agli arrivi o partenze di giocatori, ma anche gli staff tecnici possono essere soggetti a cambiamenti in una o più figure così come le figure dirigenziali della società sportiva.
I pochi mesi di pausa estiva producono dunque quasi sempre mutamenti rilevanti negli assetti della società e delle sue squadre. Ma a cambiare in pochi mesi, sotto il profilo individuale, sono soprattutto i giovani e giovanissimi giocatori dei settori giovanili. I loro processi evolutivi dal punto di vista fisico, motorio e psicologico infatti sono piuttosto rapidi in queste fasce di età e gli stessi ragazzi salutati a giugno non sono più gli stessi che si re-incontrano a metà agosto o ad inizio settembre.
Per gli istruttori e gli allenatori in avvio di stagione sportiva si pone dunque la necessità di “ri-conoscere” i ragazzi rimasti e “farsi una prima idea” dei nuovi arrivati. Ogni tecnico infatti ha bisogno di costruirsi una “mappa” delle caratteristiche di ogni suo atleta dal punto di vista tecnico, tattico, atletico ma soprattutto dal punto di vista psicologico per poterci poi lavorare proficuamente.
Il mister può anche scegliere di limitarsi esclusivamente alla osservazione del giocatore dentro e fuori dal campo, in allenamento e in gara, nel corso dei mesi successivi senza darsi altra pena. Questo è quello che tradizionalmente avviene e, se può rivelarsi in parte sufficiente per quanto concerne gli aspetti prettamente tecnico-tattici, non lo è certamente per ciò che riguarda la comprensione del cosiddetto “carattere dell’atleta”.
Per fotografare anche in modo relativamente generico questa dimensione di per sé complessa, è fondamentale che l’istruttore o allenatore che sia, programmi uno specifico momento di incontro con ciascun giocatore della sua squadra in uno spazio possibilmente diverso dallo spogliatoio, lontano da fonti di disturbo e per un tempo congruo (circa tra i 20 e 30 minuti).
Il mister può utilizzare questo spazio dedicato alla conoscenza dell’atleta in due modi in parte diversi:
- se il giocatore è già conosciuto può orientare l’incontro più sul versante di una rivisitazione della stagione trascorsa (in termini di impegno profuso, applicazione, miglioramenti evidenziati, comportamenti positivi e critici manifestati) e sugli obiettivi, le aspettative, i miglioramenti che l’atleta si prefigge per la stagione entrante.
- se il giocatore è nuovo si può procedere a una sorta di piccola intervista esplorativa che può spaziare su diverse aree (vedi scheda esemplificativa); da quelle più generali della esperienza di vita del ragazzo a quelle più specificamente riguardanti la pratica sportiva. Con i più piccoli è opportuno soffermarsi di più sulle aree generali, così da facilitare la loro comunicazione e creare un clima confidenziale; con i ragazzi più grandi si possono invece approfondire di più le aree strettamente inerenti la parte tecnico-sportiva.
Aree | Tematiche |
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Generale |
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Scolastica |
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Tempo libero |
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Motivazione sportiva |
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Caratteristiche tecniche |
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Nell’uno e nell’altro caso lo scopo dell’incontro di conoscenza deve essere prioritariamente quello di raccogliere il maggior numero di informazioni preziose sullo “stile di pensiero” e sulle esperienze del giocatore, evitando di scivolare in un dibattito a due o trasformare inavvertitamente il tutto in un monologo sui principi di lavoro o di filosofia di gioco cari al mister. Questi contenuti di visione e di metodo vanno veicolati e discussi sempre ad inizio stagione dal tecnico ma con tutto il gruppo squadra riunito appositamente per questa specifica finalità.
L’atteggiamento quindi che in generale l’allenatore deve tenere deve essere prevalentemente di stimolo, con domande aperte, e di “ascolto attivo” così come efficacemente descritto in altri articoli di questa rubrica. In questo modo l’atleta potrà avvertire un sincero interesse per la sua persona, oltre che per il calciatore, e sentirsi stimolato a essere un “giocatore pensante” anziché solo un passivo esecutore. Inoltre se a questo primo momento di comunicazione individuale l’allenatore ne farà seguire altri nel corso della stagione, rimanderà all’atleta la precisa percezione di un percorso condiviso di crescita che aumenterà la sua motivazione al miglioramento e il suo contributo alla coesione di gruppo.