Analisi tattica del Valencia di Gattuso
Grazie alla Video Analisi abbiamo analizzato la fase di possesso e la fase di non possesso palla del Valencia di Gennaro Gattuso |
Dopo una serie di stagioni in chiaroscuro il Valencia ha voluto, a partire dall’estate 2022, affidare la guida tecnica a Gennaro Gattuso per provare a costruire un ciclo che potesse permettere al club spagnolo di tornare ai fasti di un tempo. L’ex tecnico del Napoli ci ha impiegato ben poco per diventare protagonista, grazie al suo carattere diretto e al suo modo di vedere la vita e il calcio.
Fin da primi allenamenti in terra spagnola, Rino ha insistito molto sul lavorare duro, per portare una mentalità vincente nella sua nuova realtà. “Gioca, gioca, gioca” è stato il diktat delle sue prime sessioni di lavoro. Poche chiacchiere e tanto impegno. Dopo 3 mesi è riuscito a creare un pensiero comune condividendo le sue idee, dentro e fuori dallo spogliatoio. Anche i tifosi si sono affezionati a quest’uomo che sente il calcio in maniera viscerale e che è capace di prendere a calci un frigorifero per un’espulsione o di chiedere mille volte ai suoi giocatori di salutare i tifosi dopo una partita o un allenamento.
Questione di stile e di passione per quello che si fa.
Un nuovo Valencia per Gattuso
Il Valencia ha subito dunque una fase di transizione, con diversi addii nel mercato estivo che hanno permesso però di dare una nuova fisionomia alla squadra. Le partenze più fragorose prendono il nome di Carlos Soler, Maxi Gomez e Gonçalo Guedes, tre che dalle parti del Mestalla sono stati un riferimento nelle ultime stagioni. In compenso la formazione spagnola ha accolto in squadra tanti giovani di belle speranze, che con il duro lavoro di Gattuso potrebbero avere un futuro importante. Su tutti Nico Gonzalez, ma anche Hugo Duro, Andrè Almeida, Samuel Lino e Ilaix Moriba. Basti pensare che la richiesta alla società del tecnico italiano era di prendere solo giocatori provenienti da un recente fallimento e con un profilo perdente, quindi con una volontà molto decisa di riscattarsi con fame e determinazione. Ne è uscita una squadra molto ringiovanita, che con un’età media di 24 anni, può essere più facilmente modellata dalle idee di Rino Gattuso.
Idee che, anche in virtù dei giocatori diversi a disposizione, sono un po’ cambiate rispetto alle sue precedenti esperienze. Il suo modulo di riferimento resta il 1-4-3-3, con principi di gioco molto chiari: verticalità, terzini fluidificanti, esterni offensivi a piede invertito a muoversi dentro il campo, grande aggressività nelle transizioni e nel recupero palla.
La fase di possesso palla del Valencia
Il Valencia tende a costruire con una sorta di 3+2. Partecipano alla fase i due difensori centrali, il terzino sinistro (Gaya) che ha buona attitudine di regia, più due dei tre centrocampisti. Andrè Almeida e Nico Gonzalez hanno infatti maggior capacità di palleggio rispetto a Musah, che fa della freschezza atletica e delle incursioni nei mezzi spazi il suo marchio di fabbrica. Interessante anche il posizionamento di Thierry Correia terzino destro che si alza sulla linea mediana per dare un’opzione in ampiezza e poi riversarsi velocemente in avanti grazie alla sua velocità. (Immagine 1)
Immagine 1
Anche il portiere Mamardashvili ha le capacità tecniche per dare supporto e alleggerimento al giro palla in zona 1. Quando invece la squadra avversaria porta una pressione intensa e ultraoffensiva, il Valencia non esaspera il giro palla ed evita rischi, anche perché i giocatori difensivi che partecipano alla costruzione non sono particolarmente tecnici. Si tende comunque ad attirare, per poi giocare con un attacco diretto sul tridente, solitamente su Castillejo.
Questo permette infatti di alleggerire e di andare velocemente a giocare in parità numerica contro la difesa avversaria. Diventa fondamentale vincere il duello aereo e la seconda palla per creare una potenziale azione d’attacco. (Immagini 2 e 3)
Immagine 2
Immagine 3
Nel gioco offensivo di Gattuso sono fondamentali i movimenti delle mezzali e degli esterni offensivi. I giocatori a disposizione permettono grande dinamismo e la possibilità di dare pochi riferimenti. Spesso si tende a isolare uno dei due esterni sul lato debole, in modo tale che possa essere servito velocemente per poi andare diretto in 1 contro 1.
Allo stesso tempo l’ala lato palla si muove a sostegno dentro al campo liberando spazio sulla corsia per il terzino (Correia) che si sovrappone. Non meno importante l’inserimento a tagliare la difesa della mezzala, che detta il passaggio in verticale e causa uno squilibrio nel pacchetto arretrato avversario (Immagine 4).
Immagine 4
I giocatori più pericolosi della squadra di Gattuso sono generalmente Samuel Lino e Samu Castillejo. Entrambi hanno infatti buone capacità di dribbling e di giocata nello stretto, motivo per cui gli viene richiesto con continuità di muoversi dentro al campo, sia per liberare le corsie per le sovrapposizioni dei terzini, sia per sovraccaricare la zona di rifinitura e dare più soluzioni di gioco. A Samuel Lino, invece, è consentito giocare anche tenendo l’ampiezza per avere più spazio per andare a puntare il diretto avversario nell’1 contro 1 (Immagine 5).
Immagine 5
Questo perché nella sua corsia Gayà, avendo maggiori compiti in prima costruzione in zona 1, si sovrappone meno rispetto a Correia.
Il terzino portoghese è una chiave di volta per aprire lo scacchiere di gioco avversario e aumentare l’imprevedibilità, in virtù della sua capacità di muoversi e portare palla dentro al campo con tecnica e velocità per dare superiorità numerica posizionale. Parliamo di un giocatore su cui Gattuso ripone grandissima fiducia, avendolo schierato in tutte le partite di campionato fin qui giocate (Immagine 6).
Immagine 6
Gattuso per il suo reparto d’attacco predilige giocatori di grande movimento, che sappiano fare da collante tra i reparti e allo stesso tempo aprire continuamente spazi. L’arrivo di Edinson Cavani sul finire del mercato estivo, ha cambiato le gerarchie offensive del Valencia. Inizialmente Gattuso aveva affidato le chiavi dell’attacco al brasiliano Marcos Andrè, giocatore molto bravo a smarcarsi per dettare un passaggio tra le linee, ma abile anche a giocare nello stretto per smistare la sfera.
Immagine 7
Il lavoro che fa l’esperto centravanti uruguaiano, diventato titolare nelle ultime uscite degli spagnoli, è pressoché lo stesso: costante movimento in appoggio, pochi punti di riferimento alla difesa avversaria e libertà di scegliere se smarcarsi a sinistra o a destra. Il tutto per aprire spazi per i compagni e anche per fare da collante tra i reparti. Un lavoro molto prezioso e apprezzato da Gattuso (Immagine 7).
La fase di non possesso palla del Valencia
Uno dei principi di gioco della fase di non possesso del Valencia di Gattuso è senza dubbio la grande determinazione e voglia di recuperare il pallone. Principio che ricalca la personalità travolgente dell’ex centrocampista del Milan, che anche da giocatore ha fatto della fame e della cattiveria in fase difensiva i suoi marchi di fabbrica.
Ecco quindi che alla sua squadra richiede una pressione costante e ultra offensiva, con tutti i giocatori attivi nel voler recuperare il possesso. Lo schieramento in questa situazione è solitamente 1-4-2-3-1, con la mezzala che si alza ad oscurare il play avversario e i due esterni offensivi pronti a scalare forte sui terzini.
Anche al centravanti viene chiesto un grande lavoro in questo senso: deve essere lui il primo a portare la pressione sulla costruzione avversaria in zona 1 (Immagine 8).
Immagine 8
Si tende inoltre a indirizzare il gioco avversario verso le corsie esterne, dove il Valencia vuole portare superiorità o parità numerica posizionale, giocando con la linea laterale a favore. Questo assetto obbliga spesso l’avversario a non trovare spazi per allungare la squadra in avanti e di conseguenza a giocare all’indietro, dove Cavani e compagni possono tornare all’attacco e risistemare la pressione per recuperare il possesso (Immagine 9).
Immagine 9
Nello scenario tattico voluto da Gattuso assume grande importanza la transizione difensiva. La squadra, una volta persa palla, non ripiega velocemente all’indietro, ma all’opposto porta una riaggressione immediata e feroce per recuperare subito il possesso. Gli uomini in zona palla accorciano sul portatore avversario per togliere spazio e tempo di giocata (Immagine 10). Questa situazione, però, alcune volte non viene eseguita con le distanze e i tempi giusti, creando degli squilibri che portano a soffrire il contrattacco avversario.
Immagine 10
Attualmente il Valencia è la sesta miglior difesa della Liga, subito dietro alle grandi corazzate del campionato. Ciò dimostra il lavoro minuzioso optato da Gattuso in fase di non possesso. Le sue squadra, infatti, generalmente hanno sempre subito pochi gol. L’ex tecnico del Napoli vuole quindi grande attenzione nelle marcature all’interno della sua area di rigore e allo stesso tempo richiede che anche i centrocampisti diano una grande mano nelle corse all’indietro, per non lasciare i difensori in parità numerica con gli avversari. Specialmente sui cross dalle corsie laterali, oltre ai 4 giocatori del pacchetto arretrato, devono arrivare almeno altri due centrocampisti a dare una mano sulla zona del dischetto del rigore e del limite dell’area per intercettare i possibili scarichi all’indietro (Immagine 11).
Immagine 11
Il Valencia di Gattuso è dunque una squadra nel complesso più che discreta, con interpreti giovani, atletici, dinamici e di gamba. L’allenatore italiano si è circondato di calciatori con tanto calcio davanti, delle spugne disposte a catturare tutto ciò che Gattuso desidera organizzare per la sua squadra.
È una formazione che vuole giocare un calcio veloce, verticale, con rotazioni e ricerca continua degli spazi. L’impressione, però, è che non sempre si riesca a concretizzare la notevole mole di gioco creata, anche a causa di giocatori tecnicamente abili come Samuel Lino e Castillejo, ma allo stesso tempo troppo fumosi in alcune situazioni. L’arrivo di Cavani sta senza dubbio aiutando anche a trovare maggior freddezza sotto porta.
Il lavoro fatto fin qui dall’ex tecnico del Napoli è sicuramente positivo: il Valencia ha un’idea chiara di gioco e sa stare in campo in entrambe le fasi. Con tutti questi giovani, però, servirà più tempo per trovare quella continuità di risultati che potrà permettere al club spagnolo di tornare a competere per le posizioni più alte della Liga.
A cura di Tommaso Ferrarello
Giornalista sportivo e match analyst riconosciuto da SICS.
Vive da sempre per il calcio