C'era una volta... il mondiale in Qatar: Lunghezza e direzione dei passaggi
Sommario | Obiettivi Secondari |
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In questo settimo articolo parliamo ancora di passaggi! Questa volta però ci concentriamo su lunghezza e direzione dei passaggi e infine parleremo di cross |
Analisi giocatore, Analisi Tattica, Match Analysis |
“C’era una volta… Il mondiale in Qatar” è l’analisi tattico-statistica elaborata da Luca D’Amato (Match Analyst Pro FIGC e Allenatore UEFA B) che racconta attraverso numeri, infografiche e statistiche la storia della Coppa del Mondo 2022. 10 approfondimenti diversi che portano a galla numeri preziosi e informazioni tecnico-tattiche interessanti per comprendere più a fondo e grazie alla lucidità dei numeri cosa è successo durante il più prestigioso trofeo internazionale di calcio.
Dopo aver introdotto i dati statistici emersi in merito ai passaggi tentati e completati, puntiamo la lente di ingrandimento su due aspetti specifici, la direzione e la lunghezza del passaggio, in grado di restituire una foto delle filosofie di gioco interpretate delle diverse nazionali. Completeremo l’analisi con un focus su un passaggio molto incisivo: il cross.
In partitolare analizzeremo:
- Quali sono i tipi di passaggio nel calcio?
- Come si distinguono i passaggi nel calcio in base alla lunghezza?
- I cross: focus sui dati emersi dal Mondiale in Qatar
Vediamo cosa emerge dai numeri dei passaggi nell’articolo di oggi!
QUALI SONO I TIPI DI PASSAGGIO NEL CALCIO?
Una caratteristica che distingue un passaggio rispetto agli altri è la direzione: laterale, verticale, orizzontale.
L’utilizzo preponderante di uno dei tre identifica ed etichetta la filosofia di gioco di una squadra. Squadra verticale, squadra orizzontale, squadra piatta e chi più ne ha più ne metta: sono tutti tag nati dal modo di eseguire un passaggio.
Se ci chiedessimo quale sia la Nazionale più verticale del Mondiale, cosa risponderemmo? E quella più orizzontale? Possiamo avere un’idea, ma verifichiamo con i numeri se questo pensiero è supportato dal dato. È stata determinata la percentuale di passaggi in verticale sul totale dei metri percorsi dal pallone in seguito ai passaggi di ogni squadra e, come si evince dall’immagine, questo è l’esito.
Il Marocco sfrutta quasi la metà dei suoi passaggi per andare direttamente verso la porta avversaria e risulta quindi la squadra più “verticale” del Mondiale. Importante ricordare che il Marocco è tra le squadre con la percorrenza del pallone peggiore in metri sui passaggi.
Al contrario, non potevamo che trovare la Spagna in fondo a questa graduatoria, poiché utilizza in verticale solo il 25% dei passaggi. Si guadagna così il contrassegno di “squadra orizzontale”.
Se poniamo una certa attenzione al grafico, notiamo che la media dei passaggi in verticale in questo mondiale in Qatar è del 35% e tutte le Top Nazionali sono al di sotto di questa cifra.
È qualcosa di positivo o di negativo?
Se le migliori nazionali sono tutte sotto una certa soglia, molto probabilmente la risposta ce la siamo già data prima ancora di esserci posti la domanda; ma prima di vidimare la questione occorre esaminare la seconda caratteristica del passaggio, la lunghezza.
COME SI DISTINGUONO I PASSAGGI NEL CALCIO IN BASE ALLA LUNGHEZZA?
Sono state categorizzate tre tipologie di passaggi in base alla loro lunghezza, misurata partendo dal punto A del giocatore passante al punto B del giocatore ricevente. Pertanto troviamo:
Viene identificato come passaggio corto quello con una lunghezza inferiore ai 15 metri; generalmente comprende il 46% di passaggi a partita di una squadra.
Le 3 squadre con percentuale maggiore di passaggi corti sul totale completati sono Argentina, Croazia e Marocco, ovvero 3 delle 4 squadre arrivate in semifinale. La nazionale che ne utilizza di meno è il Belgio (35%) che è uscita ai gironi in malo modo.
Valori simili per Tunisia e Galles che hanno avuto la stessa sorte del Belgio non passando alla fase ad eliminazione diretta.
Si considera Passaggio Medio quello dove la distanza tra il punto di origine e quello di arrivo misura tra i 15 ed i 30 metri; mediamente comprende il 43% di passaggi a partita di un team.
Situazione ribaltata completamente per quanto riguardo il totale dei passaggi medi. Argentina, Croazia e Marocco (tre semifinaliste) diventano quelle con la minor percentuale mentre il Belgio quella con la maggior percentuale.
Un passaggio lungo è quello che supera i 30m; esso rappresenta soltanto l’11% di passaggi totali su 90’ di una squadra. La nazionale gallese di Gareth Bale è quella che fa uso maggior del long pass arrivando ad abbattere il muro del 15%.
Antitetico è l’utilizzo che ne fa la vincitrice del mondiale, l’Argentina, con meno di 7 passaggi su 100 a partita >30 metri.
Subito dopo troviamo Brasile e Spagna, con quest’ultima che ha la percentuale migliore di completamento su passaggi lunghi, circa il 75%, mentre la media si aggira sul 50%: quando si dice pochi ma buoni.
Abbiamo ricavato informazioni di spessore sulla lunghezza e sulla direzione del passaggio e balza all’occhio come le squadre vincenti, almeno in questo mondiale, apportino caratteristiche precise a questo gesto tecnico, in termini di metratura e di orientamento.
È una situazione generata negli anni, un trend ben delineato che è stato racchiuso in questi due sonar con il pallone posto al centro.
Sicuramente d’impatto. Si avverte il cambiamento e si può interpretare in questo modo: sono aumentati i passaggi orizzontali a discapito della quantità di quelli verticali ma a favore della loro qualità ed efficacia. In generale, la lunghezza media del passaggio è crollata poiché, come abbiamo visto in precedenza, il passaggio corto porta con sè innumerevoli benefici… Argentina docet!
Quantità e qualità NON sono quindi due entità contrapposte e distinte ma anzi, una incide sull’altra, sono due poli che si attraggono per trovare un equilibrio che possa portare in campo l’efficienza necessaria per raggiungere gli obiettivi prefissati.
I CROSS: FOCUS SUI DATI EMERSI DAL MONDIALE IN QATAR
Giocando con la dimensione delle due variabili appena citate, prende vita il cross.
Per quanto riguarda questa tipologia di passaggio, tra le 3 squadre con il minor numero a partita, 2 sono arrivate a giocarsi un posto in finale ovvero Argentina e Marocco.
Numeri opposti li ha la Germania, facente parte del trittico di squadre con il maggior numero di cross / 90’ di tutto il mondiale (ricordiamoci però che non è riuscita a passare la fase a gironi).
Chicca statistica
In media, il cross arriva a destinazione solo nel 30% dei casi (“a destinazione” significa che lo tocca per primo un compagno del giocatore che ha fatto il cross); inoltre, mediamente si fa un gol ogni 50 cross.
Il cross sembra che possa incidere sul risultato in modo inversamente proporzionale. Ad ulteriore sostegno di questa tesi ci sono i risultati di uno studio dell’università di Losanna che cita testuali parole: il numero dei cross effettuati è inversamente proporzionale alla vittoria.
Ciò significa che ad un numero maggiore di cross tentati corrisponde una minore probabilità di vittoria. Pur essendo a prima vista un esito inatteso, in realtà questo spiega come squadre con limiti tecnici, spesso incapaci di creare opportunità manovrate nella zona centrale della difesa avversaria, cerchino di ovviare a queste mancanze entrando in area di rigore da posizione laterale, “azzardando” un cross.
Il successo di tale tentativo però, spesso richiede un errore da parte della squadra avversaria. Senza un difetto di posizione o di marcatura infatti, diventa altamente improbabile che la squadra in attacco riesca a segnare tramite un cross. Ciò significa che i maggiori pericoli derivanti da cross si sviluppano da situazioni in cui la difesa avversaria si trova scoperta, come ad esempio in un contropiede. In sostanza, un numero elevato di cross tentati è spesso sintomo di mancanza di efficacia e fluidità offensiva.
Un altro dato interessante è il fatto che negli ultimi 15 minuti di gara i cross aumentano di circa il 40% rispetto a quanto avvenuto nel corso dello stesso match. Di fatto è molto facile vedere squadre che, per cercare il risultato, si snaturano e scommettono sui cross da qualsiasi distanza, nella speranza che possano portare al gol. Numericamente però ci mostrano come tale soluzione non risulta essere funzionale.
Ogni passaggio nasce ed è spinto da un unico motivo: quello di arrivare più vicino alla porta per tirare e siglare una rete.
Non ci resta che approfondire meglio il tiro in porta.
TUTTO PORTA AL... PROSSIMO ARTICOLO! PARLEREMO DI TIRO IN PORTA
L’articolo di oggi ha permesso di “caratterizzare” le nazionali per la loro tendenza ad un gioco orizzontale o verticale, e la loro abitudine a giocare sullo stretto oppure su lunghe distanze. Questo confronto prospettico ha permesso di evidenziare attraverso i numeri le caratteristiche del calcio moderno rispetti al calcio degli anni ‘70/’80.
Ora è tempo di concentrarsi sul gesto che più di tutti è in grado di contribuire al successo della gara: il tiro in porta. Al prossimo articolo!