Il preparatore atletico nel recupero del giocatore infortunato
Il ruolo del preparatore atletico comprende frequentemente il doversi occupare del recupero dei giocatori infortunati. Qual è il suo compito nel caso di infortuni? |
- una reazione depressiva dopo l’evento
- la paura di non tornare come prima
- il timore di rifarsi male
- la sensazione di fragilità fisica
- la percezione di distanza, o talvolta di abbandono, dal resto del gruppo squadra.
- È importante che il preparatore stabilisca innanzitutto un contatto empatico con l’atleta attraverso un iniziale colloquio di conoscenza e di approfondimento sull’impatto emotivo che l’infortunio ha prodotto. Per ottenere ciò va adottato un “ascolto attivo”, un ascolto cioè che stimoli l’atleta a raccontarsi liberamente, evitando a tal fine di esprimergli nell’immediato valutazioni o giudizi di sorta rispetto a quanto manifesta. L’obiettivo infatti è quello di far percepire all’atleta il vivo interessamento non solo dal punto di vista riabilitativo ma anche dal punto di vista umano.
- Il preparatore è opportuno che cerchi poi di stimolare la collaborazione dell’atleta attraverso una descrizione dettagliata del programma di lavoro da affrontare assieme, degli obiettivi intermedi da perseguire e dei parametri che verranno considerati per valutare i progressi. Ciò determinerà una maggiore presa di consapevolezza nel giocatore, facendolo sentire a pieno titolo protagonista del proprio recupero anziché passivo fruitore.
- Per indurre la partecipazione attiva può essere utile inoltre introdurre un piccolo diario di bordo nel quale, seduta dopo seduta, l’atleta annoti i miglioramenti, le sensazioni o le difficoltà che sperimenta. Ciò migliorerà la sua capacità di auto-osservazione che risulterà inoltre utile nel confronto col preparatore prima di ogni seduta.
- Estrema importanza riveste poi lo stile comunicativo del preparatore durante le sedute di recupero funzionale. Dovrà essere una comunicazione ricca di feedback positivi rispetto l’impegno, la resistenza e lo sforzo profuso dal giocatore, rinforzando ogni sia pur lieve miglioramento e progresso. Ciò contribuirà a mantenere alta la motivazione e a controbilanciare i momenti di scoraggiamento derivati da qualche regresso temporaneo che talvolta si verifica durante la rieducazione.
- Infine deve essere sempre presente la disponibilità da parte del preparatore ad accogliere emozioni e pensieri che l’infortunato manifesti durante l’iter riabilitativo. La possibilità di parlare liberamente di ciò che di positivo o di negativo prova in un dato momento, consente al soggetto di alleggerirsi delle sue intime preoccupazioni e canalizzare tutte le sue energie nel lavoro funzionale.