L'allenatore nel pallone
La nuova stagione parte sempre con buoni propositi e ambizione di miglioramento. Vediamo come gestire al meglio tutti gli stati d'animo. |
- MOTIVAZIONE: “voglio imparare”. Anche io, come gli altri, imparo, miglioro e cresco, sempre. Non esiste un capolinea, siamo in viaggio e dal viaggio come dalle fermate impariamo, pronti anche a cambiare binari se necessario.
- COMPETENZA: “niente scuse!”. Dobbiamo formarci, aggiornarci, essere disponibili al confronto, curiosi di sapere per aumentare il nostro bagaglio di esperienze e competenze tecniche, comunicative, sociali. Ciò riduce la probabilità di commettere errori e aumenta la possibilità di saper correggere uno sbaglio.
- BUONA AUTOSTIMA: “sbagliare non significa essere sbagliati”. Con le considerazioni precedenti, concedersi il diritto di sbagliare diventa più facile se alla base ho fiducia in me stesso, nelle mie competenze e capacità. Ritenersi bravo non significa essere infallibile. Ritenersi bravo vuol dire anche sapere ammettere di aver sbagliato.
- RESILIENZA: “ho fiducia quindi tengo duro”. Anche gli allenatori devono allenarsi per aumentare tale aspetto di personalità. Sapere quindi che l’errore può trasformarsi in una grossa opportunità di crescita personale e di squadra, in momento di riflessione e revisione della programmazione, di una convinzione, delle proprie scelte. La persona resiliente ha fiducia nell’operato personale e umano. Affronta le sfide e i momenti di impasse con un atteggiamento positivo e con coraggio. L’errore lo stimola a lavorare con più forza e determinazione.
- UMILTÀ: “so fare un passo indietro”. Mettersi e rimettersi in gioco lasciando fuori orgoglio, presunzione ed egocentrismo. Chiedere, cercare, trovare nuove soluzioni, sperimentare.
- COMUNICATIVITÀ: “so fare un passo in avanti”. Essere capaci di chiedere scusa, ammettere di aver sbagliato, confrontarsi con i colleghi piuttosto che con i giocatori stessi che hanno molte più risorse di quanto crediamo, motivare le nostre scelte e idee anche quando poi si rivelano sbagliate … tutto ciò richiede grosse capacità comunicative ed empatiche per essere compresi e per capire gli altri sia emotivamente che ideologicamente.
La comunicazione è il ponte che ci unisce agli altri: ai nostri giocatori, ai genitori, agli allenatori. E se nella costruzione del ponte che conduce alla crescita personale di ognuno un tassello viene posto male, fingere che nulla sia successo potrebbe rivelarsi dannoso e pericoloso.
Trovare una soluzione diversa, quando necessario, diventa fondamentale e segno di intelligenza.
Foto di: Virin (USAF Website), Vladimir Mayorov, LSE Library