Lesioni muscolari di tipo funzionale: come riconoscerle e cosa fare?
Obiettivo
Sono infortuni più leggeri di strappi e stiramenti ma sono molto più frequenti: cosa fare in questi casi? |
Le lesioni funzionali sono quegli infortuni muscolari in cui non è osservabile un danno anatomico delle fibre, ma in cui è rilevabile solo una limitazione più o meno forte della capacità del muscolo di contrarsi e produrre movimento, o di tollerare l'allungamento.
Gli infortuni comunemente definiti come "contrattura", " risentimento" o "indurimento" sono inclusi in questa macrocategoria.
Essi sono ritenuti infortuni minori e sono ben più frequenti delle più severe lesioni strutturali (stiramenti e strappi).
COME RICONOSCERLE?
Un indizio utile per distinguerli dalle lesioni strutturali è dato dal loro esordio. Mentre un danno strutturale si presenta in maniera acuta, le sofferenze funzionali hanno spesso un esordio subdolo, difficilmente individuabile dal giocatore. Talvolta il dolore può apparire anche a diverse ore dalla fine dell'attività sportiva: ciò si verifica soprattutto nel caso di un cosiddetto indurimento muscolare mediato dall'affaticamento.
Essi sono inoltre caratterizzati da un dolore diffuso, anche lungo tutto il decorso di un muscolo o di un gruppo muscolare, mentre invece le lesioni strutturali sono precisamente localizzabili.
Criterio diagnostico fondamentale per il loro riconoscimento è l'aumento di tono rispetto all'arto controlaterale. Ciò però deve essere valutato da un fisioterapista o da un medico, assieme a tutta la raccolta dati anamnestica. Il muscolo interessato risulterà essere più "duro" rispetto al controlaterale e potrebbe essere poco tollerante all'allungamento passivo.
Nella foto, in rosso, viene evidenziato un possibile pattern dolorifico per una lesionefunzionale del polpaccio. Il dolore è diffuso, mal localizzato ed interessa buona parte del ventre muscolare.
COSA FARE?
Anche in questo caso, è nell'interesse dell'atleta venire indirizzato verso un professionista che possa valutarlo in maniera approfondita e trattarlo di conseguenza. Nel caso non si disponga di un fisioterapista o un medico, è consigliabile non prendere alcuna iniziativa e sospendere l'atleta da ogni carico di allenamento, concedendogli tempo per riposare e per contattare una figura adeguata. Ciò perché una lesione funzionale può esporre il giocatore al rischio di incappare in una lesione strutturale, che è un infortunio ben più grave e con tempi di recupero prolungati.
In alcuni casi, l'allungamento del muscolo o dei gruppi muscolari interessati può dare sollievo all'atleta colpito da infortunio funzionale.
L'IMPORTANZA DELLA COLONNA VERTEBRALE
Secondo la classificazione del Consenso di Monaco, esiste una categoria di infortuni funzionali (definita Ib) la cui causa primaria non va ricercata nel muscolo stesso, ma nelle strutture neurali che lo innervano, oppure nei tessuti che hanno uno stretto rapporto con esse (ad esempio, le articolazioni fra vertebre). In questo caso, una disfunzione di queste interfacce articolari determina una disfunzione neurale che a sua volta causa un funzionamento non ottimale del tessuto muscolare.
Una volta individuate queste disfunzioni, si cercherà di agire su di esse in sede di trattamento, per consentire un ritorno alla piena funzionalità sia del tessuto muscolare, sia del segmento disfunzionale.
Le lesioni di tipo II, invece, sono causate da un disturbo della regolazione neurale del tono muscolare. La causa non è quindi una disfunzione articolare, ma un disturbo nervoso di lieve entità, la cui caratteristica principale è una sensazione di tensione e di dolore crampiforme che emerge durante la partita e che peggiora con il proseguire dei minuti.
TEMPI DI RECUPERO
Nel caso di una lesione funzionale, i tempi necessari per il rientro in campo sono molto più contenuti in confronto a quelli previsti in caso di un danno anatomico. Si parla infatti di periodi compresi fra 1 e 7 giorni, se questi infortuni vengono riconosciuti tempestivamente e trattati adeguatamente. Normalmente, viene concesso un leggero allenamento aerobico già a partire dal primo giorno. Bisogna ricordare però che tutti questi infortuni minori, se non viene dato loro il tempo di guarire, possono dare adito a lesioni anatomiche più gravi.
PRINCIPI DI TRATTAMENTO
In un primo momento è assolutamente necessario evitare movimenti esplosivi, per non andare a stressare ulteriormente un tessuto già in difficoltà.
Vengono poi adottate delle tecniche manuali per la mobilizzazione articolare e muscolare (ad esempio, tecniche di stretching passivo e massaggio rigenerante) atte a normalizzare il tono muscolare ed a restaurare una fisiologica tolleranza all'allungamento.
Nel caso venisse rilevata una disfunzione a livello della colonna vertebrale o di altre articolazioni, sarà bene coinvolgere anch'esse nel programma riabilitativo.
Come già detto, viene consigliato un programma di corsa aerobica incrementale mirato a mantenere un certo grado di condizione atletica durante il breve periodo di allenamento differenziato.
Il massaggio rappresenta un'opzione terapeutica che sostiene la ripresa della piena funzione del tessuto muscolare.