Non c’è 2 senza 3
La Roma perde contro un gran Catania e consegna lo scudetto alla Juve, mentre il Milan vince il derby, avvicinando la zona Europa |
La Juventus è campione d’Italia per la trentesima (o 32a, a seconda dei punti di vista) volta, la terza consecutiva ed il fallimento europeo non può mitigare la gioia dei suoi milioni di tifosi in Italia e nel mondo scesi in piazza a festeggiare per il terzo anno di fila a cavallo del 5 maggio data ormai storica per i tifosi di fede bianconera; in realtà lo Scudetto matematico è arrivato in una apparentemente tranquilla Domenica pomeriggio di primavera dove gli uomini di Conte stavano riposando (un hotel di Torino il teatro delle prime scene di giubilo) in vista della gara casalinga contro l’Atalanta di lunedi sera.
Al termine di una cavalcata spaventosa, resa ancor più epica da una Roma capace di portare i Bianconeri fino alla terz’ultima giornata prima di concedere la resa, grazie ad un allenatore arrivato in una squadra che veniva da due settimi posti e che dopo tre anni si ritrova in tasca tre Scudetti e un probabile record di punti; un cammino perfetto al primo anno senza sconfitte in tutto il campionato, in quest’ultima stagione senza perdere punti in casa con diciotto vittorie su diciotto partite; basterebbe questo a spiegare il lavoro svolto da Antonio Conte e il suo staff, tanto antipatico e criticato da chi non lo può annoverare tra le sue fila, quanto indispensabile ed osannato dai tifosi della sua stessa fede nella festa di Torino.
Una festa che doveva svolgersi (e si è comunque svolta) secondo programma lunedi sera allo Juventus Stadium vestito di tricolore per l’occasione e che ha visto la Juve aver ragione, nonostante il risultato già conseguito, di un Atalanta tutt’altro che arrendevole; nello Scudetto dei vari Tevez, Buffon, Pirlo e Pogba è Simone Padoin a regalare alla Vecchia Signora tre punti che avvicinano il record assoluto dell’Inter e permettono di inseguire ancora il filotto di successi tra le mura amiche; anche questo è un merito di Conte: sono tutti importanti e tutti indispensabili nella squadra, dal primo all’ultimo.
Rudi Garcia con buona pace sua e di tutto il popolo romano ha dovuto alla fine arrendersi; troppa Juve per la sua Roma che timbrerà comunque il record societario di punti e ha trovato solide basi sulle quali poggiarsi per il futuro; al Massimino è la differenza di motivazioni a farla da padrone e gli Etnei vanno all’arrembaggio col coltello tra i denti dall’inizio di una Roma apparsa oramai rassegnata a un comunque esaltante secondo posto visto il campionato svolto; la doppietta di Izco indirizza il match verso i Catanesi e nemmeno la rete di capitan Totti riapre il discorso viste le segnature di Bergessio e Barrientos nel finale che regalano lo Scudetto alla Juve e aprono qualche spiraglio per la salvezza dei Rossazzurri.
A immagine della stagione mediocre delle milanesi, il derby della Madonnina andato in scena nella serata di Domenica; un gol di De Jong consegna tre punti ai Rossoneri (che continuano dunque a sperare nell’Europa) e rompe l’equilibrio di una gara che lascerà ben pochi ricordi dietro di sé; l’Inter si arrende senza lottare lasciando l’amaro in bocca ai propri sostenitori privati anche della gioia di vedere in campo per l’ultimo derby della sua carriera Javier Zanetti che ha annunciato il ritiro dal calcio giocato al termine della stagione; i tifosi Nerazzurri sperano di poter festeggiare il suo addio con una qualificazione europea che ora si è complicata dopo essere stata ad un passo nell’ultimo mese.
Tre reti ed un punto per parte spengono quasi definitivamente i sogni d’Europa di Lazio e Verona che si sono affrontate lunedi pomeriggio in una gara scoppiettante anche per l’allegria messa in mostra da entrambe le difese; a segno Keità, Lulic e Mauri (ribattuta dal dischetto su un rigore contestato da Mandorlini) per i Capitolini, Marquinho Romulo e Iturbe (la cui valutazione continua ad essere in ascesa) per i Veneti.
Vittoria del Torino invece contro l’altra squadra di Verona, il Chievo, grazie ad un autorete di Sardo ad inizio ripresa; per i Granata c’è ora un punticino di vantaggio da gestire nella volata per l’Europa League sulle avversarie nelle ultime due giornate di campionato che costringeranno il Chievo a dover necessariamente racimolare punti per evitare invece la retrocessione della squadra di Corini ora a più uno sulla zona retrocessione.
Brutte acque in cui naviga pure il Bologna, incapace di trovare la rete da tre punti contro un Genoa in campo senza più nulla da chiedere a questo campionato; la squadra di Ballardini è più intraprendente dei padroni di casa ma non ha il go-to-guy capace di risolvere la gara e regalare punti pesanti agli emiliani attesi da una vera e propria finale la prossima settimana contro il rinato Catania.
Speranze di salvezza ridotte al lumicino per il Livorno sconfitto nel festival del gol di Udine e sceso all’ultimo posto in classifica; nel cinque a tre per i friulani spicca la doppietta dell’eterno Totò Di Natale (di Pereyra, Badu e Gabriel Silva le altre reti) che aggancia Del Piero e Signori a 188 gol in serie A; per i toscani l’unica nota positiva è la doppietta di Paulinho (l’altra marcatura è di Mesbah) ultimo ad arrendersi e probabile sacrificio nella prossima stagione per poter far cassa e ricostruire dalla serie B.
Merito di Cassano ed anche il Parma di Donadoni vince e si tiene in corsa per l’Europa; due a zero sulla Samp aperto dalla rete dell’ex del barese e chisuo nella ripresa da Schelotto; la gara di Cassano, che non esulta dopo il gol, continua a tenere aperto il dibattito sulla possibile convocazione del talento in azzurro in vista dei Mondiali in Brasile, la qualità e la forma ci sono, se saprà aspettare il suo momento potrebbe essere l’arma in più di Prandelli per Rio.
A chiudere la giornata il doppio posticipo, in via del tutto eccezionale del martedi, per Fiorentina e Napoli impegnate Sabato nella finale di Coppa Italia; della gara di Sabato all’Olimpico, e specialmente di quello accaduto fuori dallo stadio, non ce ne occuperemo se non nel ricordare che i Partenopei hanno portato a casa la Coppa vincendo tre a uno; ciò che accaduto prima del match è qualcosa che non riguarda il calcio giocato, che non può essere preso in ostaggio da persone che con questo sport e la vita sociale in generale non vogliono e non devono avere a che fare, dargli ulteriore spazio dal nostro punto di vista sarebbe solo ancor più controproducente.
Così parliamo solo di calcio vero, quello dentro il rettangolo verde di gioco, che ha visto un super Berardi con una tripletta avvicinare alla salvezza un Sassuolo corsaro a Firenze ,3 a 4 il finale, che porta con sé anche la bella storia del rientro in campionato con gol di Pepito Rossi quattro mesi dopo il brutto infortunio; nell’altro match vittoria secca del Napoli su un tranquillo Cagliari, con un rotondo tre a zero; a segno Mertens, Pandev e Dzemaili in un San Paolo che doveva essere in festa per la consegna della Coppa Italia invece rischiava di essere in lutto per le gravi condizioni in cui si trova un suo tifoso; questo non è calcio perché per una partita del gioco più bello del mondo non si può morire.
Numeri e Curiosità
- 18: I rigori fischiati nelle gare della Fiorentina, la squadra più “rigorosa” del campionato; con i due di ieri sono 11 a favore e 7 contro; sono la squadra a cui ne sono stati dati di più a favore (11 appunto), mentre il Livorno è la squadra ad averne visti assegnati di più agli avversari (10 con 9 realizzazioni).
- 289: I gol con la stessa maglia di Francesco Totti che raggiunge in testa a questa speciale classifica italiana Alessandro Del Piero; i due numeri dieci di Roma e Juve precedono Meazza a quota 283 reti con la maglia dell’Inter.
- 1: Il derby di Milano perso da Walter Samuel in campionato dopo 10 vinti; l’unica sconfitta in campionato per “the wall” è arrivata ieri dopo che aveva perso un solo altro derby ma di Supercoppa a Pechino nel 2011 (il quale era anche l’ultimo derby vinto dal Milan).
Tommaso Rocca