Le distorsioni del pensiero
L’articolo illustra come i processi di valutazione della situazione competitiva possano essere viziati da alcune modalità di ragionamento che allontanano il giocatore da un’analisi oggettiva della realtà |
- Il pensiero tutto o nulla. È quel tipo di ragionamento che ci fa vedere ‘bianco o nero’, senza considerare la scala di grigi. Ad esempio, alcuni attaccanti pensano che se non segnano sono un fallimento e che solo il goal può renderli degni di stima. Tuttavia, benché il goal nel calcio sia decisamente importante, esso rappresenta la lieta conclusione di un buon gioco di squadra, in cui le azioni del singolo, se coordinate a quelle dei compagni, sono di fondamentale importanza. Quindi un attaccante può giocare un’ottima partita senza, ahimè, mai segnare (per mille motivi) avendo una prestazione che lo rende ugualmente degno di stima.
- Squalificare o sminuire. Questo ragionamento si riferisce a quando la persona dice che tutto ciò che c’è di positivo (es. le esperienze, le proprie qualità, le azioni) non conta. E’ il caso in cui un giocatore o anche un allenatore pensa che la vittoria della propria squadra sia dovuta alla fortuna e non alle capacità della squadra stessa. Se gli aspetti positivi vengono svalutati, viene meno quella sicurezza che permette di poter affrontare al meglio e con entusiasmo il gioco, con un conseguente aumento dell’ansia.
- Ragionamento emotivo. Questa modalità di pensiero è una delle più frequenti tra gli sportivi, ma ha un grosso potere negativo sulla prestazione. Quando l’atleta o l’allenatore ‘pensano emotivamente’ sono portati a credere che l’esito della partita sarà di un certo tipo, spesso negativo, perché ‘se lo sentono’. Quindi se c’è un particolare stato d’ansia, questo può essere letto come ‘presagio’ di una perdita, trascurando invece le prove contrarie. L’effetto di giocare come se già avesse perso, con tutti i connotati emotivi e di prestazione, può portare con più probabilità all’avverarsi del ‘presagio’.
- Filtro mentale. Consiste nel prestare attenzione in modo erroneo solo ad un dettaglio negativo, senza una visione globale. Il giocatore o l’allenatore potrebbero prestare attenzione solo ad una particolare azione di gioco eseguita, senza considerare l’andamento di gioco globale. Questo può avere l’effetto di avere la percezione che le cose stiano andando davvero male, col conseguente aumento dell’ansia.
- Lettura del pensiero. E’ l’errore per cui si pensa di sapere cosa gli altri stanno pensando, escludendo altre possibili e, magari, più probabili spiegazioni. Un giocatore potrebbe pensare “non capisco perché il mister mi lascia in panchina. Dovrebbe sapere quanto voglio giocare questa partita”. O ancora, un allenatore potrebbe pensare di un giocatore “non capisco perché continua a fare quell’errore. Dovrebbe saperlo che così non va bene”. Queste riflessioni portano a dare per scontato alcune cose, che tuttavia non sono chiaramente esplicitate, lasciando spazio a fraintendimenti. Ciò può generare stati emotivi negativi che impattano sulla prestazione. Diviene quindi importante parlare, confrontarsi e soprattutto, non aver paura di ripetere cose già dette...repetita iuvant!
- Ipergeneralizzazione. E’ quel tipo di ragionamento che ha l’effetto di trarre conclusioni negative che vanno oltre la situazione singola. Un’ipergeneralizzazione potrebbe essere quando, a seguito di una partita giocata male l’allenatore pensa che la squadra non sarà in forma per l’intero campionato. Oppure quando un giocatore a seguito di alcuni errori in campo, pensa di non essere adeguato.
- Visione tunnel. E’ quel tipo di distorsione che fa porre l’attenzione solo agli aspetti negativi, senza considerare quelli positivi. E’ abbastanza frequente tra gli allenatori che continuano a sottolineare gli errori della squadra, non evidenziando anche le azioni positive. Anche in questo caso l’effetto è sui giocatori che possono avere la percezione di giocare male, lasciando spazio a sentimenti negativi e favorendo l’incremento dell’ansia. Sottolineare invece gli aspetti positivi può infondere più sicurezza nel giocatore, diminuendo la sua ansia. Allo stesso tempo, funge da ‘rinforzo’ a quelle azioni corrette, suggerendo quali modalità di gioco possono essere efficaci.