(Ri)caricare il serbatoio attentivo
In questo articolo vedremo quali accorgimenti mettere in atto per permettere al naturale limite delle capacità attentive di ritrovare attenzione e concentrazione necessari ai compiti che gli atleti si apprestano a svolgere |
- Lasciarli sfogare a inizio allenamento. Far cominciare a lavorare in maniera secca ed immediata i giocatori appena arrivano in campo può rivelarsi una scelta controproducente. Il più delle volte infatti, arrivano stanchi e “stressati” dagli impegni scolastici e familiari. È, invece, opportuno permettere agli atleti di sfogare e fare in libertà per qualche minuto: alcuni bambini faranno delle gran corse, qualche ragazzo sceglierà di iniziare a giocherellare con la palla, qualcun altro troverà un compagno con cui passarsi la palla o fare qualche tiro in porta, altri preferiranno scambiare due parole in leggerezza …
- Far entrare i giocatori in campo qualche minuto prima dell’inizio dell’allenamento. Per poter avere il tempo materiale di fare quanto appena detto, è utile far entrare in campo gli atleti prima dell’inizio ufficiale dell’allenamento così da avere il tempo proprio per scaricare tensioni ed energie negative accumulate tra i banchi di scuola, nello studio o a casa. Questo tempo inoltre, sarà prezioso in quanto ponte e mezzo di passaggio dalle attività precedenti (scuola, compiti, casa) alla seduta di allenamento vero e proprio. In questo periodo l’allenatore può rivolgere ai suoi atleti qualche domanda generale sul loro stato di benessere, su precedenti situazioni (un infortunio o dolore accusato nella seduta precedente), sulla scuola, sulle loro amicizie …
- Giocare con le parole ed usare comportamenti insoliti. Tenere una conduzione dell’allenamento sempre allo stesso livello, delle modalità comunicative rigide e monotone, toni costantemente forti e carichi può, nel corso della seduta di allenamento, caricare eccessivamente i giocatori che invece, potrebbero rimanere attivati, attenti ed attivi se ogni tanto li “scaricassimo”. Fare dell’ironia e qualche battuta, mai offensiva e senza usare toni sarcastici, usare termini particolari, adottare comportamenti insoliti senza scendere nel ridicolo … Piccole e brevissime interruzioni e/o cambi nelle modalità comunicative, in cui può scappare una risata collettiva, che permettono di smorzare i toni, interrompere la fatica fisica e mentale del momento, e ritrovare molto più velocemente la giusta attenzione ed attivazione. Ricordiamoci, a tal proposito, che la novità, anche a livello comunicativo e comportamentale, crea dei disequilibri che ridestano l’attenzione.
- Trasformarci da allenatori/educatori in giullari;
- Perdere di autorevolezza;
- Non riuscire più a ricondurre la squadra all’ordine ed agli obiettivi del momento;
- Distrarre eccessivamente dal lavoro;
- Trasformare la seduta in un momento di solo svago ed ilarità.
- Scaricare tensioni eccessive;
- Trovare e/o ritrovare il giusto grado di attivazione ed attenzione;
- Mantenere alta l’intensità di lavoro;
- Costruire relazioni positive con i propri giocatori;
- Mantenere un clima di lavoro sereno.