Viaggio nel calcio europeo: Viva la Francia!
Un viaggio nel Calcio Nazionale di Inghilterra, Germania, Spagna e Francia. Voliamo in Francia. |
YouCoach fa un Giro in Europa.
Proveremo a raccontare (con l’ausilio di dati, cifre, regolamenti, programmi, citazioni) come in alcuni Paesi europei le Federazioni Calcistiche abbiano pianificato (chi ormai già da qualche lustro, chi solo da pochi anni) il proprio Futuro.
Come hanno provveduto a darsi un’organizzazione, una progettazione, una programmazione che basino le proprie fondamenta su di una Filosofia (di gioco) ben delineata e su di un’Etica (sportiva)condivisa da tutti i protagonisti in gioco: dalla cima della piramide (la Federazione, per l’appunto) giù giù sino alla sua base, composta da tecnici, formatori, giocatori, media e tifosi.
FRANCIA
Finalista due anni fa (2016) ai Campionati Europei casalinghi, quella francese è attualmente una delle nazionali di calcio più ricche di giovani talenti al mondo.
In Russia si presenta una squadra assolutamente competitiva, che potrà senz’altro puntare alla vittoria finale, provando a rinverdire i fasti dei Bleus della generazione di Zidane e soci, culminata nello strepitoso successo iridato datato 1998.
Come allora, anche oggi i transalpini possono contare su un eccellente mix di giocatori rappresentanti delle tre "anime" (quella bianca, quella nera, quella araba) che avevano dato origine a quella miscela assolutamente esplosiva, sapientemente maneggiata da Mister Jacquet, che fu capace di abbattere ogni avversario sino a schiantare, nella finalissima di Parigi, il Brasile di Ronaldo, annichilito da una doppietta di Zizou e dal 3-0 definitivo di Petit.
FORMAZIONE PRIMA DI TUTTO
I successi francesi, quelli del recente passato come quelli, probabili e prevedibili del prossimo futuro, sono tutt’altro che casuali, e non sono solamente il risultato delle politiche migratorie (in entrata) del Paese.
Alla base di tutto ci sono i celebri Centre de formation, cui si sono nel tempo ispirati tanto la Germania (a partire dal 2002) quanto, più recentemente, altre nazioni, tra le quali anche l’Italia, e che nascono negli oramai lontani anni Settanta.
Ogni 5 anni la Direzione Tecnica Nazionale delle Federcalcio stabilisce quali club abbiano fatto fruttare al meglio le proprie strutture attraverso una serie di parametri.
Sulla base della bilancia pesano, ad esempio, il numero di giocatori di età inferiore ai 25 anni che hanno firmato un contratto con un club professionistico.
Da sottolineare un altro dato che influenza il giudizio federale sui Centri: la quantità di diplomi ottenuti dai calciatori-studenti, a conferma di come il binomio cultura del talento e istruzione non sia solo una questione di facciata.
A testimoniare la bontà e la serietà del progetto alcuni elementi apparentemente secondari:
- il primo riguarda la nascita e lo sviluppo di due Centri situati fuori dal territorio nazionale, uno nei Caraibi ed uno nell’Oceano Indiano, a significare che l’attenzione sul talento e sul suo corretto sviluppo non viene limitata ai territori più classici, a quelli più vicini alla Capitale.
- Il secondo elemento è invece un dato, che racconta meglio di tanti discorsi quale sia l’effettivo impatto della politica del talento della federazione francese sul maggiore campionato nazionale: già nel lontano 2008 la Ligue 1 era (e resta tutt’ora, nel 2018) il campionato con meno stranieri (in proporzione al numero totale dei tesserati) tra i top 5 in Europa.
Ma cosa sono, alla fine dei conti, questi Centri di Formazione?
Sono strutture adibite alla crescita totale del giovane, che spazia dall’acquisizione dei valori umani più basilari fino alla coltivazione del talento nella sua forma più pura. Sono, di fatto, Settori Giovanili che comprendono al loro interno scuole vere e proprie, dove il giovane trascorre oltre metà della sua settimana tra banchi e campo: nel week end (talvolta anche per tre giorni, in base alla casistica), gli è permesso tornare a casa per stare con la famiglia, ma una volta tornato al Centre deve sostenere un ritmo di lavoro intenso e rigido. Spronato, naturalmente, nell’ottica di esprimere tutto il proprio talento.
I Centri sono dunque la base, e lo sono da quasi 50 anni.
Su questa base è stata poi costruita una Cultura Calcistica che, ad esempio, esalta le esperienze all’estero dei propri giocatori, invece di criticarle o di lamentarle, come accade ancora oggi nel nostro Paese.
UNA BASE PER LA NASCITA DI TALENTI
I casi, solo per citarne alcuni, di Kanté al Chelsea, di Dembelé prima al Borussia ed ora al Barcellona, o ancora di Pogba prima alla Juventus e poi al Manchester, raccontano di talenti puri sbocciati, maturati ed affermatisi in Terra Straniera, per poi tornare ad esaltarsi in lingua francese quando indossano la maglia della Nazionale.
Il meccanismo francese, dall’individuazione del talento alla sua prima lavorazione nei Centri, sino all’esportazione dei talenti migliori (supportata e sostenuta invece che ostracizzata) sembra funzionare meravigliosamente.
Se si pensa che la Ligue 1 a tutt’oggi mantiene un appeal piuttosto basso (forse in leggera controtendenza nelle ultimissime stagioni, che vedono il posizionamento del Paris Saint Germain tra i grandi Club d’Europa) leggere la probabile formazione della Nazionale francese aquesti Mondiali in Russia, oltre a mettere un po’ di brividi da quant’è forte, fa capire quanto di buono vi sia nella ricetta transalpina della Dittatura del Talento:
- Lloris (30, Tottenham)
- Sibidé (26, Monaco)
- Varane (25, Real Madrid)
- Umtiti (24, Barcellona)
- Mendy (24, Manchester City)
- Tolisso (24, Bayern)
- Kanté (27, Chelsea)
- Pogba (25, Manchester United)
- Mbappé (19, PSG)
- Dembelé (21, Barcellona)
- Griesmann (27, Atletico Madrid)
Età media: 24,7.
Solamente due giocatori su 11 militano in Francia.
9 giocano tra Spagna e Inghilterra, nei due campionati più importanti del Mondo.
Dettagli di contorno: le partite della Ligue 1 si giocano alle ore 13, alle 15, alle 17, alle 19 o alle 21, secondo le esigenze televisive nazionali ed internazionali, e nessuno parla di spezzatino indigesto, né si lamenta che al 90° Minuto non si possano guardare le sintesi di tutte le partite in programma quella domenica.
LA COUPE DE FRANCE
Una nazione che pone al centro del proprio progetto calcistico professionistico il talento, il suo sviluppo (ed la sua commercializzazione, ça va sans dire), è poi capace di pensare e di costruire una Coppa Nazionale: la Coupe de France, l’equivalente della nostra Coppa Italia, per intenderci, un’evoluzione della FA CUP inglese, un vero e proprio inno alla meritocrazia sportiva:
Nel 1º turno entrano le squadre di distretto, nel 2º turno quelle promosse dai Campionati dilettantistici al semi professionismo. Nel 3º turno entrano le squadre di National3, nel 4° quelle di National2. Nel 5° entrano le squadre di National 1. Al 6º turno partecipano le squadre vincenti delle Coppe DOM e TOM, che sono i due distretti di Colonie d'Oltreoceano: i DOM sono Guadalupa, Martinica, Guyana Francese e Reunion. I TOM sono invece Nuova Caledonia, Tahiti, Wallis&Futuna. Questo significa che squadre iscritte a campionati minori francesi potrebbero essere costrette a volare oltreoceano per giocare una partita di Coppa, o viceversa. Nel 7º turno entrano le squadre di Ligue 2 e infine nei trentaduesimi quelle di Ligue 1.
Tutte le partite sono di sola andata con accoppiamenti completamente casuali. Fatta eccezione per la finale, che si gioca in campo neutro allo Stade de France di Parigi, la squadra prima sorteggiata avrà il beneficio del fattore campo, a meno che tra le due sfidanti ci siano due o più categorie di differenza (in quel caso, contrariamente a quel che accade in Italia, giocherà in casa sempre la squadra della serie inferiore). In caso di pareggio al termine dei 90' si disputano supplementari e rigori.
La sorpresa Les Herbiers: una squadra di Terza Serie in finale con il PSG!
La grande sorpresa della stagione 2017/18 è arrivata ai 32esimi di finale, in corrispondenza dell’ingresso delle squadre di Ligue 1: l’US Granville, club militante in CFA, la nostra serie D, elimina il Bordeaux (che chiuderà il match in otto uomini) ai tempi supplementari, dopo aver pareggiato il match regolamentare a tempo scaduto.
La partita è stata giocata allo Stade Louis Dior, 3000 posti di capacità, nella cittadina di Granville, Nord-Ovest del Paese.
La favola del Granville continuerà poi sino agli ottavi di finale, dove, dopo aver eliminato anche il Concarneau (militante nella serie C francese), verrà eliminato dallo Chambly, anch’esso in terza serie nazionale.
Chambly che vivrà alla grande anche il suo, di sogno, sino alle semifinali, dove da una parte si sono affrontate due compagini di Terza Serie (Chambly, appunto, e Les Herbiers), mentre dall’altra parte del tabellone si sono sfidate Caen e PSG, protagoniste della Ligue 1.
La finalissima, che si è disputata l’8 maggio 2018 allo Strade de France di Parigi, ha visto di fronte la corazzata PSG e la rivelazione Les Herbiers (0 a 2 per il PSG con gol di Lo Celso e Cavani).
Lo stadio era stipato in ogni ordine di posto, il seguito televisivo di tutta una nazione è stato assicurato.
Alzi la mano chi pensa che accadrebbe la stessa cosa se in Italia, a maggio, allo stadio Olimpico, si affrontassero in finale Juventus e Padova?
Foto di: https://en.wikipedia.org/wiki/User:Steindy, MacMoreno (http://s2.static-footeo.com/uploads/fc-saint-perreux/Medias/la-coupe-de-...)